Ultimi giorni di lavoro per l’allestimento presso gli spazi della Fondazione Molise Cultura in via Gorizia a Campobasso, di Fuori scena, la mostra fotografica di Lello Muzio dedicata al Teatro Savoia del capoluogo e ai tanti spettacoli che si sono avvicendati su quel palco per oltre due anni.
L’inaugurazione dell’esposizione è prevista per giovedì 17 maggio, alle ore 18.00. La mostra resterà poi visitabile fino al 3 giugno, dal lunedì al sabato, ogni pomeriggio dalle 17.00 alle 20.00.
Muzio, per quasi due anni, si è presentato ad ogni messa in scena realizzata al Teatro Savoia di Campobasso per oltrepassare la linea di confine tra la rappresentazione e la visione che scaturisce da essa, armato di una macchina fotografica e dei suoi piedi, essenziali per disegnare traiettorie e tragitti che potessero, passando a bordo campo, svelare l’arte teatrale attraverso un’altra forma d’arte visuale: la fotografia.
Le sequenze fotografiche che hanno trovato espressione compiuta in questa esposizione Fuori Scena, sono solo una parte del lavoro di raccolta di Muzio, un lavoro che si è fatto man mano, nel suo procedere nel tempo, strumento documentaristico vero e proprio, che ha ricompattato e ordinato la mole archivistica di una simile ricerca attraverso una ferma visione metodologica, preferendo alla volontà del mostrare tutto ad ogni costo, la necessità di esprimere e comunicare la radice, anzi il seme, di quel tutto, perché fuori scena nel teatro e nella vita c’è l’origine, il momento della nascita.
Le fotografie che Muzio ha ottenuto da questa indagine fuori scena, sono incisioni profonde nella storia di un luogo, il Teatro Savoia, alla ricerca dei personaggi che lo hanno vissuto, amato per una sera come un amante infedele o che gli hanno dichiarato e mostrato amore eterno, come i tecnici.
Nell’incastro infinito di rimandi che la forma teatrale mette in campo e sui quali fonda la visione più sacra della propria rivendicazione al commentare il reale con la messa in scena, si creano quelle fessure tra le quali lo sguardo di Muzio si inserisce facendo da corridoio di comunicazione metatemporale tra gli spettacoli che vengono rappresentati, il momento in cui vengono vissuti una prima volta e la memoria a cui vengono consegnati per l’eternità.