Uno dei propositi fondanti della mindfulness risiede nella capacità di saper vivere nel presente, cosa che troppo spesso viene data per scontata, ma che in realtà è ben più complicata di quanto si creda. Infatti, i rumori di fondo della nostra mente, i pensieri o come altro li si preferisca chiamarli, rendono spesso complicato il concentrarsi sul momento presente in modo esclusivo, mantenendo l’attenzione esclusivamente su ciò che stiamo facendo.

Questo genere di difficoltà produce notevoli distorsioni anche nel campo delle relazioni pubbliche, soprattutto per quel che riguarda l’ascolto e i momenti di confronto che sono alla base di un tessuto relazionale del quale a livello professionale, in tutti i settori, non si può fare a meno.
Quante volte ci è capitato di non ascoltare realmente ciò che ci viene detto nel corso di un incontro? Perché ciò accade? Ebbene, alcuni dei motivi che generano questo tipo di blocchi comunicativi più o meno consapevoli è l’essere poco presenti e, soprattutto, già impregnati di pregiudizi e giudizi verso il nostro interlocutore nonché sul tema del confronto.
Infatti, spesso ci ritroviamo ad ascoltare giudicando ciò che ci viene detto, partendo dalle nostre esperienze passate o da ciò che conosciamo di chi ci parla e si relaziona con noi. In pratica, così facendo, ci limitiamo a pensare su un determinato argomento e su un singolo rapporto professionale o umano, sempre esclusivamente la stessa cosa, perchè entriamo come in una modalità “pilota automatico” che per quanto possa essere ritenuta comoda da applicare al nostro stile di vita, è decisamente quanto di più lontano dall’essere presente e ci spinge, invece, a coltivare l’assenza.
Inoltre, ogni volta che torniamo automaticamente a pensare sempre allo stesso modo, creiamo percorsi che il nostro cervello attiva da solo non permettendoci di scoprire cose nuove e bloccando la nostra creatività e le nostre intuizioni più vere e naturali.
Credo sia semplice comprendere, da questa prima breve analisi, quali rischi si nascondano nell’agire nel campo delle relazioni pubbliche e della comunicazione che ne sta alla base, senza essere consapevoli di questi meccanismi. Per cui, la conoscenza dei principi di una disciplina come la mindfulness, può essere ritenuta estremamente utile per una più sana trasmissione comunicativa anche nell’ambito delle relazioni pubbliche.
Dal punto di vista terminologico, mindfulness indica uno stato di piena presenza della mente e presuppone, quindi, il fermarsi, il fare attenzione, il diventare consapevoli, il non giudicare ciò che succede immediatamente come qualcosa da incasellare nelle sezioni buono o cattivo.
La mindfulness può essere uno strumento per aprirsi agli altri davvero e in modo totalmente consapevole, ascoltandoli senza pregiudizi o riferimenti a ciò che già conosciamo, dando così a noi stessi e alla nostra relazione comunicativa con l’altro, la vera possibilità di sviluppare progetti unici ed originali.