Cosa determina gli eventi della nostra vita? Il destino o le nostre scelte ed azioni?

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A seconda di come la pensiamo, il nostro comportamento varia ed incide sulla forza con la quale andiamo incontro ai nostri obiettivi personali e professionali e, di conseguenza, anche incontro agli altri che, ricordiamocelo bene, sono il nostro punto di confronto costante nel campo delle relazioni pubbliche.

Il rapportarsi con gli altri, in vari modi e livelli, è una parte importante dell’organizzazione di una struttura lavorativa e anche dei momenti sociali, più o meno inerenti questa sfera, che si creano e sviluppano.

Alla base di un’evoluzione positiva del metodo di relazione che si intende instaurare anche nell’ambito lavorativo, vi deve essere la sensibilità e allo stesso tempo la determinazione a voler esprimere se stessi in modo naturale, facendo emergere, in modo consapevole, le proprie idee, rendendo visibili i propri pensieri senza timore di giudizi.

Ebbene, chi crede di avere pieno controllo della propria vita attraverso le sue azioni ha un locus of control interno. Al contrario, chi attribuisce il suo successo o fallimento a cause esterne ha un locus of control esterno. D’altra parte, non bisogna dimenticare che non ci sono persone che possiedono soltanto locus of control interno o esclusivamente quello esterno, ma esistono individui che mostrano una combinazione dei due tipi di locus of control. 

Ancora una volta, nel campo delle relazioni pubbliche come in quello del lavoro e delle organizzazioni, stabilire delle categorie solo per permettere un’eccessiva semplificazione di ciò che, invece, proprio nella complessità che manifesta, trova la sua migliore forza propositiva, può risultare sia fuorviante e sia improduttivo.

Lavorare sul prendere coscienza di quanto il nostro stesso comportamento oscilli tra un locus interno e uno esterno, risulta essere determinante per comprendere le nostre reazioni così come quelle degli altri con cui lavoriamo e con cui ci confrontiamo.

Le relazioni pubbliche professionali hanno il dovere di allargare la sfera della percezione della comunicazione e della trasmissione di informazioni anche tenendo in debita considerazione come si arriva a comunicare, da che posizione personale si parte per un confronto di idee e progetti. Se perdiamo di vista ciò in nome dell’esclusiva visione manageriale e fortemente ed unicamente legata alla dinamica materiale costi benefici, limitiamo la nostra stessa riuscita.


Pubblicato da Carmine Aceto

Editoria - Management culturale - Pubbliche Relazioni e comunicazione

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