Come inizi a scrivere cose sbagliate? Con una penna come tante e scegliendo un quaderno a righe con la copertina azzurra. Avevo un tema di fondo che mi ronzava dentro da un po’ legato alle corrispondenze epistolari. Prendendolo come spunto per far muovere i primi passi ad uno dei personaggi del romanzo, avevo pensato come titolo provvisorio di scrivere sulla copertina del quaderno “Le corrispondenze”. Il titolo, poi cestinato, alludeva non solo ad una corrispondenza epistolare, ma anche e soprattutto alla serie di legami e relazioni che un insieme di personaggi tra loro diversi, costruiscono reciprocamente loro malgrado.
Il titolo provvisorio in realtà non ha retto a lungo, venendo sostituito da questo nuovo “Le cose sbagliate” che ha preso quota e sostanza man mano che i personaggi crescevano, si ramificavano le interazioni e si qualificavano le esperienze singolari di ognuno di essi.
Prima di iniziare a scriverlo l’ho pensato, così quando finalmente ho messo su carta tutti quei pensieri mi sono reso conto che era una storia sbagliata, piena di cose sbagliate, con personaggi sbagliati. Tutto all’insegna delle cose da non fare almeno per logica.
Non ho scritto di getto ma ho gettato l’amo e ho aspettato che abboccassero le motivazioni giuste non solo per terminarlo, cosa ancora di la da venire, ma per proporlo agli altri, per condurlo nelle vite degli altri.
In questo senso non sarà ininfluente la forma oltreché la sostanza di questa storia che per passare la “censura” espositiva di una casa editrice probabilmente rischierebbe di perdere la natura più radicale e intransigente che me l’ha fatta invece amare.
Tra le cose sbagliate che mi restano da fare, oltre a finirlo e lavorarlo ancora di lima, ci sarà il modo di proporre questo romanzo agli altri. Non potrà essere un modo scontato e non perché io ami andare dietro le mode dei tempi, ma semplicemente perché la banalità non si addice alla struttura di questa storia composita.